18 ottobre 2010

Don Abbondio, un ignavo alla corte dei malvagi.....senza saperlo

 


Don Abbondio: un ingnavo alla riva del lago!





Il suo sistema consisteva principalmente nello scansar tutti i contrasti, e nel cedere, in quelli che non poteva scansare() Se si trovava assolutamente costretto a prendere parte tra due contendenti, stava col più forte, sempre però alla retroguardia, e procurando di far vedere allaltro che egli non gli era volontariamente nemico: pareva che egli gli dicesse: ma perché non avete saputo essere voi il più forte? Chio mi sarei messo dalla vostra parte.

Con queste parole Manzoni ci introduce Don Abbondio, un personaggio statico, dal carattere pieghevole, divenuto prete perché, resosi conto di essere debole, aveva capito che solo in quella condizione avrebbe potuto difendersi da un mondo difficile. Un mondo grande, formato da persone potenti e influenti , in cui i più timorosi e incerti come lui, trovano più conveniente essere la carrozza di un treno che va dove il locomotore la porta.
Don Abbondio, era sì un uomo debole e sottomesso, ma talvolta si dimostrava anche altezzoso e abbastanza forte nei confronti dei deboli come lui; ne è un esempio il colloquio con Renzo nel 2°capitolo, in cui per metterlo in difficoltà il prete parla al promesso sposo in latino, lingua che ovviamente quest’ultimo non conosceva.
In tutta la sua vita non gli era mai successo niente di male perché era un galantuomo, almeno così diceva per giustificare tale situazione, ed era uno di quegli uomini che Dante avrebbe annoverato tra gli Ignavi nella “Divina Commedia” .
Era uno che potrebbe essere definito come un uomo “senz’arte né parte”, perché non prende mai posizione e non dice le sue opinioni, ma al contrario preferisce tacere e fare la spia solo se gli viene chiesto da qualcuno che è più forte di lui.
In ogni categoria cè un Don Abbondio, ovvero uno che dice: io non voglio avere problemi e che ascolta solo ma non commenta per paura di andare nei pasticci.
Sono persone delle quali è difficile fidarsi, perché sono pronte a fare la spia se gli viene richiesto, e che secondo me non sono in grado di sfruttare le possibilità date, come la parola, per segnalare la loro presenza, per crearsi un posto allinterno della comunità o del gruppo di cui fanno parte.
Sono anche persone sulle quali si può difficilmente contare, persone che ti possono girare le spalle in un batter docchio insomma persone spregevoli e tali da essere ingiuriate.
Valentina Bastianello

11 commenti:

  1. Anonimo07:45

    Personalmente concordo appieno, sei riuscita a delineare bene la figura di Don Abbondio. Indubbiamente egli è un codardo, uno dei personaggi più deboli e fragili del romanzo, la sua debolezza viene confermata soprattutto nei confronti dei potenti.
    Il curato rappresenta uno dei personaggi chiave della storia, non per le azioni da lui compiute ma per ciò che non ha fatto. Sono consapevole che non tutte le persone al mondo possano essere impavide e sicure di se, infatti esistono anche quelle fragili ed introverse.
    Però a parer mio questo non è il caso, Don Abbondio non è né timido né debole, anzi dimostra il contrario quando ne ha la possibilità. Ad esempio nel dialogo con Renzo, una persona culturalmente inferiore, non si è fatto scrupoli a sottolineare la loro disparità sociale mettendo Renzo alle strette. Don Abbondio lo definirei un pusillanime, ogni volta si schiera dalla parte del più forte per non mettere a rischio la propria integrità. Questo fa riflettere sulla corruzione che a quel tempo dilagava come la peste e che nessuno si adoperava per combattere.

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  2. Anonimo09:28

    Sono dell’idea che la vita stessa ci mette davanti a delle decisioni, a volte anche complicate ma mi sembra corretto saper prendere posizione e avere il coraggio di esprimere la propria idea e di riconoscere le proprie azioni. Don Abbondio, in questo caso, dimostra di non saper e non voler prendere posizione secondo quella che é la giustizia e il suo pensiero anzi, le poche scelte che fa sono sempre e solo favorevoli al “più forte” del caso.
    Ancora oggi esistono persone che come lui non hanno il coraggio di far sentire la propria voce e di esprimere la loro opinione solo perché in minoranza o più debole di altre, e lo trovo veramente scorretto. Don Abbondio rappresenta tutte quelle persone che si rifiutano di dire quello che pensano e di opporsi a ciò che ritengono inadeguato o sbagliato solo perché non vogliono crearsi problemi.
    Penso invece che sia molto bello e significativo il fatto che Manzoni abbia messo tra i personaggi più presenti nella storia proprio uno come lui, in modo da far capire ai lettori i suoi errori, invitandoli implicitamente a non commetterne di simili.
    N.C.7

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  3. Anonimo16:31

    Don Abbondio, il personaggio creato da Manzoni, rappresenta il perfetto prototipo della personalità "vittima" delle circostanze, che naviga tra la debolezza e la sottomissione e l'articolo ci dà una visione completa del personaggio che offre vari spunti di riflessione.
    Di fatto è abbastanza difficile biasimare Don Abbondio, infatti parliamo di un'epoca nella quale la giustizia era gestita dalla figura dei potenti, che nel periodo di sottomissione spagnola era personificata dai signorotti dei paesi, che tramite i propri bravi, commettevano soprusi di ogni genere senza di fatto alcuna conseguenza se non un ulteriore crescita della propria fama di potere, invece gli unici ad essere vittime del sistema giudiziario erano i più deboli e i più indifesi che cercavano di non avere a che fare o di non mettersi contro gli stessi.
    Come accennato è difficile mettersi nei suoi panni perché oggi le cose funzionano in modo molto diverso, non è un caso che la frase che troviamo scritta in quasi tutte le aule dei tribunali è "la legge è uguale per tutti".
    Seppur la situazione sia migliorata esponenzialmente troviamo però ancora oggi vari casi di ingiustizie che vanno a dare un vantaggio ai più potenti rispetto ai più deboli, ad esempio proprio nelle stesse aule di tribunale dove, se la parte che ha (ovviamente) torto ha la possibilità di avere un buon avvocato che sa usare le leggi a suo favore, la giustizia vale meno.
    Incredibile come i Promessi Sposi fossero così pregni di insegnamenti all'epoca in cui venne scritta l'opera e quanto siano terribilmente ancora attuali.

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    1. Anonimo16:32

      G. V. 21

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    2. Anonimo16:33

      20

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    3. Anonimo12:57

      Don Abbondio è sicuramente un personaggio fondamentale per la storia, se lui non si fosse opposto al volere di don Rodrigo la storia non sarebbe andata avanti.
      Tuttavia trovo interessante il suo carattere, è sempre a disposizione dei più forti e con potere per non passare guai, ma in realtà si complica le cose comunque.
      Quando ha parlato con Renzo il giorno del matrimonio lo ha fatto sentire inferiore dicendo cose in latino e trovando delle scuse per non celebrare il matrimonio, non facendo di fatto il suo lavoro, se lo avesse fatto con i bravi in difesa di Renzo avrebbe svolto il suo lavoro in modo giusto stando dalla parte del più debole.
      S.N.

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  4. S.A.1819:04

    Buon articolo, la descrizione del persognaggio è accurata e ben fatta. In modo particolare, concordo pienamente su ciò che hai scritto in merito alle persone che (come Don Abbondio) non esprimono mai la propria opinione/idea davanti a persone più importanti di esse, per paura di essere prese di mira o ritrovarsi coinvolte in mezzo a dei problemi. Onestamente le persone di questo genere non mi sono mai piaciute. Questo fin dal momento in cui mi sono resa conto che avere il diritto di parola/
    di espressione è un privilegio, perchè non è una cosa scontata in molti Paesi del mondo.
    D'altra parte, nel romanzo possiamo leggere come Don Abbondio non ci ha pensato due volte nel voler sottolineare a Renzo la disparità sociale presente tra i due. Questo ci permette di capire quindi che quando ne ha occasione, Don Abbondio dice ciò che pensa, dimostrandosi forte e sicuro di sé.

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  5. Anonimo08:02

    M.P.
    È un bell’articolo che fa comprendere bene il carattere vigliacco e viscido di Don Abbondio.
    E’ il genere di persona che fa la “vittima” davanti alle difficoltà che gli vengono incontro ed è meschino nel non volerle affrontare.
    Mi è piaciuto il riferimento alla Divina Commedia e al girone dell’inferno di dove sarebbe andato a finire Don Abbondio: gli ignavi, cioè quelle persone che tendono a seguire la maggioranza per non aver problemi e che non si schierano da nessuna parte per paura delle conseguenze.
    Ancora di più mi piace quando alla fine dell’articolo si fa riferimento alle persone nella nostra vita che assomigliano a Don Abbondio, le quali non vogliono mai trovarsi nei pasticci, ma che non appena trovano la possibilità di farsi amico una persona potente, fanno la spia su tutto quello che sanno e sono pronti a tradirti alle spalle.
    Questo è il tipo di persona che se sa di conoscere più cose rispetto ad un’altra persona, vuole sfruttare la sua conoscenza a suo vantaggio, per farsi credere superiore e sentirsi tale, così da ingannare e sottomettere le persone più deboli di istruzione, come ha fatto Don Abbondio nei confronti di Renzo parlando in latino.
    Molto bella la raccomandazione di stare attenti a questa tipologia di persone, perché tutti ne abbiamo a che fare almeno una volta nella nostra vita: l’abbiamo incontrata o la troveremo in futuro. Appena ci accorgiamo di averla davanti è meglio distaccare i rapporti o di non fidarsi troppo, perché sennò si rischia di venir fregati in un modo o nell’altro.

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  6. Anonimo07:11

    A. L.
    L'articolo presenta in modo acuto il personaggio di Don Abbondio che ritrovo come uno dei più interessanti nell'opera di Manzoni perché chiaro e definito nella sua personalita, ovvero un individuo opportunista e sottomesso al potere, capace di adattarsi per evitare di prendere decisioni difficili o gatte da pelare in quanto sceglieva sempre la via più facile. La critica che muovi sottolinea la mancanza di integrità e coraggio morale in persone simili, definendole "senz'arte né parte" che preferiscono tacere anziché esprimere opinioni, che secondo il mio pensiero sono le peggiori persone che puoi trovare durante la vita perché sono sempre indifferenti e non hanno mai un idea creativa o diversa. La paura di assumere posizioni evidenzia una mancanza di fiducia e la propensione a tradire per evitare conflitti. Tu riconosci durante l'articolo il rischio di affidarsi a individui di questo tipo, definendoli spregevoli e propensi a tradire. La critica alla figura di Don Abbondio si estende a una più ampia riflessione sulla fiducia e l'integrità nelle relazioni umane che ho trovato interessante e approfondita, e da un certo punto di vista scorrevole.
    Tutto sommato un articolo preciso, esplicativo e senza pecche evidenti.
    Mi è piaciuto molto
    Alessandro Lobba

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  7. Anonimo12:50

    Grazie a questo articolo ho approfondito e compreso molto meglio in carattere di Don Abbondio.
    Mi fa molto riflettere il fatto che egli preferisca non prendere posizione e non esprimere le proprie opinioni per paura di avere problemi.
    A tutti noi farebbe comodo "allearsi" con il più forte solo per convenienza, ma si tratta di un comportamento disonesto e poco affidabile, poiché saremmo pronti a tradire e a fare la spia solo per volere di chi sta sopra di noi.
    Le persone come Don Abbondio sono individui che non sfruttano le possibilità che la parola offre per affermare la propria volontà e non sono in grado di costruirsi un ruolo all'interno delle comunità. Credo che queste persone possono facilmente voltarci le spalle quindi è sempre meglio pensare e agire seguendo la propria testa anche se si ha paura delle conseguenze.
    I.C.

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