20 novembre 2010

Azzecca Garbugli: un professionista al servizio del potere



‘…quel dottore alto, asciutto, pelato, col naso rosso, e una voglia di lampone sulla guancia. (…) Il dottore era in veste da camera, cioè coperto d’una toga ormai consunta, che gli aveva servito, per molto ai addietro, per perorare…’.Così Manzoni descrive l’avvocato Azzeccagarbugli né ‘I promessi Sposi. La figura di questo personaggio è lo stereotipo dell’avvocato così come lo si è inteso fino a pochi anni fa, un singolo professionista in un piccolo studio. Negli ultimi decenni tutto ciò è cambiato ed ora esistono uffici di grandi dimensioni in cui lavorano decine o addirittura centinaia di avvocati. Tali strutture assomigliano più
ad un’azienda che non alla realtà del dottor Azzeccagarbugli.
Questo non è l’unico aspetto della vicenda in cui si può notare un’evoluzione con profondi cambiamenti tra passato e presente.
Ad esempio, la soggezione con cui Renzo si rivolge ad Azzeccagarbugli è tipica della persona ignorante nei confronti di chi ha studiato e perciò “sa”.
E’ un tratto assai comune nel rapporto tra cliente e avvocato che rimase fino a quando la scolarizzazione di massa e la diffusione di radio, televisione, giornali e per ultimo internet hanno reso le persone meno ignoranti. I mezzi di informazione, infatti, hanno fatto diventare accessibili a tutti una serie di concetti che prima erano conosciuti solo dall’avvocato.
Se alcuni aspetti cambiano, altri invece rimangono invariati negli anni.
Con riferimento allo svolgimento della difesa da parte dell’avvocato, l’attività viene riassunta da Manzoni attraverso Azzeccagarbugli con una frase breve ma efficace: “All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi imbrogliarle.”
Questa regola può essere considerata valida anche adesso perché il cliente deve raccontare la verità al proprio avvocato in modo che egli possa capire quali siano le leggi che si possono usare per meglio difendere il proprio cliente. Manzoni usa la parola ‘imbrogliare’, ma il termine è forse un po’ eccessivo e non è sempre detto che sia così: spesso in un processo le cose non sono bianche o nere ma grigie e sta all’avvocato riuscire a far sì che la decisione sia favorevole al proprio assistito utilizzando al meglio le leggi.
Un’altra caratteristica immutata negli anni è la possibilità per l’avvocato di rifiutare l’incarico.
Leggendo questo passo ci si pone, infatti, una domanda: anche un professionista moderno avrebbe potuto comportarsi come Azzeccagarbugli? La risposta è sì, nel senso che nel momento in cui un qualsiasi avvocato ritiene di non poter più seguire il caso che gli è stato affidato, gli è concesso di interrompere il rapporto con il proprio cliente.
Manzoni descrive il rifiuto del Dottore in modo molto negativo: il personaggio è infatti prepotente, un po’ bugiardo e sicuramente vigliacco. Lo sarebbe anche un avvocato di oggi che rifiuta il caso per gli stessi motivi di Azzeccagarbugli. Tuttavia se l’avvocato non se la sente di difendere il cliente è meglio che rifiuti il caso piuttosto che accettarlo e seguirlo male.
Emma Tessari

5 commenti:

  1. Valentina Americo12:45

    L'articolo è scritto molto bene e si percepisce la cura nei dettagli dell'argomento trattato. Nell'epoca in cui Manzoni ha scritto la sua opera era molto diffusa la corruzione e ciò lo possiamo capire proprio tramite il personaggio Azzecca Garbugli: un medico corrotto al servizio di Don Rodrigo. Da ciò si può capire che purtroppo la giustizia è sempre stata dalla parte dei potenti e mai a favore della gente umile, per bene. Questa purtroppo è una triste realtà che ci accompagna anche al giorno d'oggi. Infatti si preferisce sempre stare dalla parte dei più forti, trascurando invece i bisogni dei più deboli che magari vogliono solo un po' di reale giustizia per loro (come nel caso di Renzo che cerca un modo per sistemare la situazione in cui è immischiato Don Rodrigo). Si spera che magari in un futuro questa situazione possa cambiare, che la corruzione cessi di esistere e che ognuno svolga la sua professione in modo leale e onesto, aiutando il prossimo.

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  2. Anonimo13:58

    N.M. 14 Questo articolo è ben scritto e anche molto interessante; grazie ad esso ho potuto cogliere quanto la società del tempo fosse al servizio dei più forti. Quest'aspetto mi ha fatto anche ragionare sulle differenze con la giustizia dei nostri tempi, perché lo Stato è molto più presente rispetto al tempo e non appena individua un ingiustizia cerca di provvedere, o almeno nella maggior parte dei casi. Anche al giorno d'oggi, però, si tendiamo sempre a stare dalla parte dei potenti anche se quest'ultimi hanno torto, questo per sembrare anche noi potenti agli occhi altrui e spesso non ci poniamo dalla parte del più debole solo per paura di scontrarci con una persona che sappiamo essere più potente di noi.
    Quest'articolo mi ha fatto ragionare su questi aspetti molto importante e quindi l'ho reputato molto interessante e da cui si possono trarre molte informazioni significative.

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  3. Anonimo18:34

    Ho letto questo articolo con interesse e ho compreso che all'epoca del romanzo l'analfabetizzazione e la disinformazione abbiano portato la gente povera a fidarsi di persone non sempre oneste.
    La figura dell'avvocato è complessa, sia in passato che al giorno d'oggi... penso che sia sempre utile informarsi dei fatti in generale prima di prendere qualsiasi decisione perché le conseguenze potrebbero essere importanti.
    Come viene tratto nell'articolo, all'epoca di Manzoni una persona che aveva studiato ed era colta poteva ingannare facilmente la maggioranza della popolazione che ai tempi era ignorante.
    Oggi invece una percentuale molto minore è analfabeta e non ha la possibilità di istruirsi. Penso, quindi, che ai nostri tempi sia molto più complicato imbrogliare anche le persone comuni.
    G.L. 9

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  4. Anonimo13:51

    L’articolo è ben scritto e molto interessante. Nel romanzo si può cogliere l’opinione negativa di Manzoni, che sembra criticare il sistema giudiziario del '600, dove i processi venivano spesso usati per vendetta anziché per perseguire la vera giustizia. L’avvocato Azzeccagarbugli rappresenta, quindi, gli aspetti negativi della giustizia utilizzando la legge per ingannare e proteggere i potenti, anche se dalla parte del torto, anziché difendere i più deboli. L’avvocato, come anche Don Abbondio, ha paura di opporsi ai potenti perciò decide di abbandonare Renzo dopo aver sentito il nome di Don Rodrigo.
    A.V

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