26 novembre 2010

FRATI IERI, FRATI OGGI

“ <<Deo gratias.>> […] e subito, fatto un piccolo inchino familiare, venne avanti un laico cercatore cappuccino, con la sua bisaccia pendente alla spalla sinistra, e tenendone l’imboccatura attortigliata e stretta nelle due mani sul petto.
<<Oh fra Galdino!>> dissero le due donne.
 <<Il Signore sia con voi, >> disse il frate. <<Vengo alla cerca delle noci.>> “
Fra Galdino viene presentato dal Manzoni come una persona umile e con un grande senso pratico tipico di chi deve far quadrare i conti; è anche abile nel conquistare la fiducia delle persone, in quanto capace di ascoltare e comprendere i problemi delle persone ed ha una grande capacità comunicativa.  Nelle righe del terzo capitolo però, dove ci viene presentata appunto la sua figura, fra Galdino è chiamato ad eseguire un compito diverso e di notevole importanza: deve riferire a fra Cristoforo l’urgenza di Lucia di parlare con lui.
Manzoni, attraverso questo personaggio, vuole presentare la figura dei frati e sottolineare in particolare due aspetti: il primo è quello che differenzia la loro categoria da quella dei preti e della chiesa in generale. Quest’ultima veniva considerata corrotta e troppo attenta alla politica e materialista, a differenza dei frati ritenuti una classe a parte, autonoma e vicina alla gente. Il secondo scopo è quello di valorizzare il loro compito all’interno della società del tempo. I frati, infatti, venivano considerati come delle persone su cui poter fare affidamento e con cui poter parlare dei propri problemi, come farà Lucia con fra Cristoforo.
I frati erano ben visti dalla gente del paese che, durante i periodi nei quali essi bussavano di casa in casa per racimolare qualche provvista, era disposta a donare una parte del proprio raccolto questuanti.
Al giorno d’oggi i frati sono visti in modo diverso, come persone con cui poter parlare avere un rapporto di fiducia, anche se meno di un tempo. Oggi è cambiata sia la modalità di incontro che di dialogo. Innanzitutto non ci sono più molte possibilità di contatto con questa categoria religiosa, in quanto i frati vivono in conventi o in luoghi più isolati e poi perché comunque la società attuale non è più molto attenta a questo tipo di comunicazione e interazione. Inoltre, essendo più difficile l’incontro, diventa anche più difficile il dialogo in sé, e quindi il considerare i frati come confidenti.
Saremo capaci di riscoprire la profondità del messaggio che lo stile di vita dei frati cappuccini ci propone? 
Noemi Bolzon

2 commenti:

  1. Anonimo13:08

    Questo articolo fa riflettere su un'argomento "lontano" a noi giovani. Pone una riflessione sul ruolo di queste figure un tempo molto importanti, mentre oggi quasi sconosciute: i frati.
    Noi li abbiamo conosciuti attraverso i libri di scuola o i racconti dei nostri nonni.
    E' vero, oggi sono cambiate le modalità di dialogo e di comunicazione e questa figura non sembra essere più un punto di riferimento così forte come in passato.
    Non so se saremo capaci di riscoprire la profondità del messaggio che lo stile di vita dei frati cappuccini ci propone perché penso che ora prevalga una spirito individualista, poco incline al rispetto reciproco (sia per le persone, sia per le regole della società) e sembra essere molto più importante apparire, piuttosto che essere se stessi...
    E' importante saper riconoscere questi atteggiamenti sbagliati e avere senso critico per poi poterci confrontare ed essere costruttivi nei cambiamenti.
    G.L.9

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  2. Anonimo06:05

    L'articolo è molto interessante e offre vari spunti di riflessione.
    Ho notato infatti quanto per noi giovani sia normale sentire parlare, leggere, vedere raffigurati in illustrazioni o all'interno di un film di frati, quando nella quotidianità non li abbiamo quasi mai incontrati.
    Fa strano, ma attorno a queste figure si è creato come una sorta di "leggenda metropolitana" o la credenza che sia una professione ormai passata da secoli, quando in realtà ci sono migliaia di persone che hanno scelto e scelgono ogni giorno di diventare frati.
    Uno dei motivi principali penso siano legati al fatto che il genere maschile tende molto più spesso ad ambire alla figura di prete piuttosto che di frate, cosa che non può fare il genere femminile che ambirà alla professione di suora.
    Infatti secondo una ricerca il numero di frati è nettamente inferiore rispetto a quello delle suore e nella quotidianità infatti ci capita molto più spesso di incrociare per strada una di queste ultime.
    Per quanto riguarda il futuro credo che sempre meno persone sceglieranno questo come stile di vita e che col tempo si sentirà sempre meno parlare di frati e che i pochi che rimarranno saranno più unici che rari.
    Gianmarco Vaccaro

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