7 giugno 2011

Volere&sapere, sono potere


Il contadino che non sa scrivere, e che avrebbe bisogno di scrivere, si rivolge a uno che conosca quell’arte, scegliendolo, per quanto può, tra quelli della sua condizione, perché degli altri si perita o si fida poco;l’informa con più o meno ordine e chiarezza, degli antecedenti: e gli espone, nella stessa maniera, la cosa da mettere in carta.”


“Volere è potere”. Sì, ma anche “volere e sapere è potere”. Il povero Renzo, lontano dalla sua patria e dalla sua amata, si trova costretto ad affidarsi ad uno sconosciuto e a raccontargli le sue avventure, le sue preoccupazioni e le sue speranze perché questi potesse scrivergli delle lettere da mandare ad Agnese e Lucia. Fino a non più di cent’anni fa erano tanti, anche nelle nostre zone, quelli che non avevano avuto la possibilità di frequentare la scuola e di conseguenza non sapevano né leggere né scrivere e per i loro affari erano sempre costretti ad affidarsi a qualche “letterato” del paese che potesse aiutarli. Pensandoci, ci sembra una cosa assurda perché ormai diamo per scontato l’idea di poterci arrangiare nelle piccole cose, di non dover dipendere completamente da qualcuno e di riuscire, in un certo senso, a difenderci da malintenzionati che potrebbero approfittare della nostra ignoranza. I tempi fortunatamente sono cambiati e gran parte della popolazione sa leggere e scrivere ma non dobbiamo pensare di essere realmente autonomi in tutto! Quante volte ci troviamo a dover consultare un medico per capire un referto, un avvocato per la comprensione di una legge, un commercialista per una dichiarazione dei redditi… ?Sono tante le occasioni in cui ci dobbiamo fidare ciecamente della persona che abbiamo davanti e a cui dobbiamo raccontare le nostre vicende e spesso ci sentiamo anche un po’ a disagio una volta constatata la nostra ignoranza, per questo un po’ ci vergognamo perché abbiamo paura di essere giudicati da chi ne sa più di noi. C’è da dire che, se da una parte al giorno d’oggi siamo tutti più “scolarizzati” rispetto ai tempi di Renzo, anche la società attuale è molto più complessa di quella del tempo e quindi è normale che, nonostante anni di studio, ci troviamo del tutto ignoranti su certi argomenti tecnici e siamo costretti a chiedere l’aiuto di chi ne sa più di noi. Ma non ci dobbiamo preoccupare troppo di questo perché medici e avvocati hanno studiato anni e anni per arrivare a ricoprire quei ruoli!

Eleonora Ciscato

2 commenti:

  1. Anonimo12:21

    Questo articolo è interessante perché, se da un lato fa comprendere l’importanza dell’istruzione per poter badare a se stessi e non dipendere dagli altri, dall’altro lato ci fa riflettere sul fatto che, se adesso pensiamo di star meglio rispetto ad un tempo perché sono migliorate le nostre condizioni di vita, avendo molti strumenti che ci agevolano, tuttavia la società è diventata molto più complicata rispetto ad un tempo.
    Per esempio ora se non si sa usare il computer o navigare su internet si è al pari delle persone analfabete del tempo di Renzo e Lucia. Adesso è tutto più complicato, anche solo per prendere un appuntamento dal medico o scegliere un indirizzo scolastico.
    M.P.

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  2. Anonimo05:20

    Trovo questo articolo molto interessante perché ci fa capire la situazione in cui si è trovato Renzo, ma anche la nostra.
    Leggendo il capitolo del libro mi sono concentrata solo sulla situazione di del protagonista, non era in grado di leggere e scrivere quindi si affidava a delle persone che spesso non conosceva a cui doveva raccontare cose private, ma sopra tutto di quanto fosse difficile avere una comunicazione, una lettera (se tutto andava bene) poteva arrivare a destinazione dopo diversi mesi, in altri casi non non arrivava proprio. Oggi invece se spediamo o compriamo qualcosa sappiamo in tempo reale dove si trova e quando arriverà a destinazione e tramite l'utilizzo del telefono una volta scritto il messaggio arriva istantaneamente al destinatario.
    S.N.

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