18 maggio 2011

"AMICO MIO"...CARI SALUTI!




“ -Ah traditore infame!.. Via, canaglia! Biondino! Carlotto! Aiuto! Sono assassinato!- grida Don Rodrigo […] -Tu! Tu! - mugghiava Don Rodrigo verso il Griso, che vedeva affaccendarsi a spezzare, a cavar fuori danaro, roba, a far le parti. -Tu! Dopo! Ah diavolo dell’inferno! Posso ancora guarire!- il Griso non fiatava, e neppure, per quanto poteva, si voltava dalla parte di dove venivan quelle parole.”


La vicenda tra il Griso e Don Rodrigo è un esempio di un tradimento di amicizia bello e buono! Don Rodrigo, ammalato di peste, chiede aiuto al fidato Griso affinché chiami il chirurgo del paese, il dottor Chiodo, per farsi visitare. Don Rodrigo si affida al Griso poiché, confidando nei tanti anni di reciproca lealtà, è sicuro che il capo dei bravi non lo tradisca.
Il Griso, invece, senza considerare minimamente l’amicizia che lo legava al suo padrone, assicuratosi che il malore di Don Rodrigo fosse causato dall’aver contratto la peste, sembra interessarsi solamente a ciò che di proficuo potrebbe trarre dalla morte del signorotto. Decide quindi di tradire il suo padrone e avverte i monatti affinché portino Don Rodrigo al Lazzaretto.
Non solo nel ‘600, ma anche oggi i tradimenti di amicizia sono frequenti soprattutto quando uno dei due amici riesce a trarre vantaggio da questa situazione, dunque questo non si configura più come un rapporto di amicizia. Tante volte ognuno di noi tenta di dare una definizione alla parola Amicizia pensando a tutti i rapporti che si condividono con altre persone, pensando al proprio migliore amico o comunque cercando di riflettere intorno a quello che sia veramente l’amicizia. Ma qual è il risultato? Darne una definizione è spesso impossibile. Tutti noi abbiamo piccole realtà nascoste, detti anche “scheletri nell’armadio”, semplici o più complessi segreti che non riusciamo a raccontare nemmeno al nostro più grande amico; non le definirei bugie, in quanto la maggior parte delle volte di tratta di realtà troppo intime da poter trasmettere. La bugia è altro. La bugia è il celare una realtà, distorcere semplici o grandi cose all’occhio dell’altro, rendere quest’ultimo partecipe di un qualcosa che realmente non esiste. A tutti, prima o poi, è capitato di raccontare bugie, non necessariamente bugie importanti, classificabili come le bugie che portano alla crisi di un rapporto e che portano al tradimento, ma bugie “sane”, a volte dette per nascondere una realtà che potrebbe ferire l’altra persona, o semplicemente per nascondere fatti poco importanti. Il tradimento, quindi, è definibile come l’ultimo passo della scalata, che in questo caso è l’amicizia. E voi cosa ne pensate?

Carolina Rossi 2Ds

17 maggio 2011

FACCIAMO LA PACE?


“Ah gli perdono! gli perdono davvero, gli perdono per sempre!” esclamò il giovine.

Nel capitolo XXXV dei Promessi Sposi, in una tragica descrizione del Lazzaretto, Renzo incontra padre Cristoforo. Il giovane, raccontate le sue disavventure, dice di essere alla ricerca di Lucia, la quale se è ancora viva si dovrebbe trovare nel recinto preposto alle donne dove il padre lo autorizza ad entrare. Ma se al contrario la sua futura sposa dovesse essere morta, egli sarebbe pronto a vendicarsi nei confronti di don Rodrigo. Allora, con grande fermezza e ricordando la sua esperienza di assassinio, fra Cristoforo rimprovera Renzo e lo convince al perdono.
Rinunciando ad ogni rivalsa e vincendo il rancore si impara a sopportare, scusare e compiere dunque la più nobile delle azioni che avrà sicuramente effetti positivi su entrambi i soggetti interessati. Perdonare non è sinonimo di dimenticare visto che quasi sempre i torti subiti rappresentano anche delle conseguenze indelebili per la vittima; spesso è considerato un segno di debolezza ma al contrario aiuta ad essere in pace con se stessi e sopperire quel malessere che accompagna il periodo di astio o addirittura il desiderio di vendetta.
Il perdono è il presupposto per l’amore di coppia, per l’amicizia, per una vita felice e priva del peso di trovare un modo con cui “farla pagare” all’altro. E’ come voltar pagina e ricominciare da capo, arricchiti di nuove esperienze e quindi con una minore probabilità di sbagliare.
Sfortunatamente oggi molte persone stanno perdendo questa buona abitudine e preferiscono agire d’istinto, escludere a priori la possibilità di una riconciliazione e pertanto cadere nell’illusione di essere “forti” perché non si sottomettono per prime. Si tratta di un gesto a volte doloroso che può richiedere molto tempo, ma utile e segno di grande maturità; sono i bambini infatti che tengono il broncio!
Anche per me non è sempre facile perdonare ma più che selezionare i torti che meritano il perdono e quelli che non lo meritano, è bene riconoscere, come dice Voltaire, che “siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura”. A volte si dovrebbe dunque guardare prima sé stessi e poi, con tanto amore, valutare gli sbagli degli altri.  

Martina Scortegagna

9 maggio 2011

Ad ogni secolo la sua epidemia



La peste è un vero e proprio personaggio del nostro romanzo che viene raccontata dal Manzoni in tutti i suoi dettagli più raccapriccianti.
Ha provocato centinaia di migliaia di morti e decimato la popolazione, esplodendo rapida e violenta manifestandosi attraverso spasmi, delirio e dalla presenza di bubboni e lividi funesti.
Nel corso della storia vi sono state molte epidemie che hanno afflitto il genere umano come ad esempio il colera o il vaiolo.Con il progresso di questo secolo, le innovazioni tecnologiche e in campo della sanità, la paura di una nuova simile calamità è scomparsa.
Ma attenzione che non è come sembra!
Oggi le grandi epidemie non si sono ancora estinte perché,anche se in molti non lo sanno, c'è chi dice che l'AIDS sia la peste del Duemila.
Il continente nero nel prossimo decennio potrebbe essere cancellato da questa malattia.
Vi sono 23 milioni di sieropositivi ed il numero è sempre in crescita.
L'AIDS è la sindrome di immunodeficienza acquisita che toglie le difese immunitarie dell'organismo rendendolo così vulnerabile ed anche una semplicissima influenza potrebbe portare alla morte.Il contagio di questa malattia non è per via aerea come la peste, ma avviene quando il virus entra nel sangue e quindi sessualmente, con lo scambio di siringhe, trasfusioni o situazioni analoghe.
L’ignoranza un’altra volta è colpevole di questa diffusione. Sono troppe le persone che non sanno o che non si rendono conto della gravità del problema.Le giuste prevenzioni per evitare la diffusione dell’AIDS ci sono ,ma spesso vengono ignorate.
La diffusione di questa malattia è ormai fuori controllo.
Si sa che questo problema esiste ma non c’è la forza di rendersene conto perché farlo vorrebbe dire rinunciare a determinate cose come la libera sessualità ad esempio, o come con la peste si ha semplicemente paura di ammettere la realtà.
Non dobbiamo rischiare di commettere gli stessi errori che i Promessi Sposi ci sottolineano.
L’incapacità di ammettere l’esistenza di un’ epidemia così pericolosa ha portato alla morte troppe persone, oggi quest’errore non può essere tollerabile perciò coraggio e informatevi perché oggi la peste del Duemila è maggiormente sviluppata in Africa,ma domani potrebbe bussare alla nostra porta.

Tea Posenato 2Ds
                                                                                                                 

2 maggio 2011

RAZZIE: OLTRE AL DANNO LA BEFFA!


..Ciò che c'era da godere o da portar via, spariva; il rimanente, lo distruggevano o lo rovinavano; i mobili diventavan legna, le case, stalle: senza parlar delle busse, delle ferite, degli stupri. [...] Non trovando piú da far preda, con tanto piú furore facevano sperpero del resto, uciavan le botti votate da quelli, gli usci delle stanze dove non c'era piú nulla, davan fuoco anche alle case; e con tanta piú rabbia, s'intende, maltrattavan le persone; e così di peggio in peggio, per venti giorni...”


Ladroni, sciacalli, mercenari, pirati, predoni, razziatori, briganti: sono loro i protagonisti di questa storia. Il racconto inizia con la nascita stessa dell'uomo e trova sviluppo quando l'essere umano impara l'arte bellica e con essa pratica la razzia. Il conquistatore non si limita ad avanzare e a combattere nei territori stranieri con il proprio esercito, ma dopo aver vinto il popolo nemico lo deruba di ogni suo bene, spargendo terrore e distruzione.
Anche gli antichi Romani, in seguito alle loro battaglie, saccheggiavano le città conquistate e spartivano il bottino ottenuto- complessivo di oro, armi, servi, donne- tra i combattenti, usanza che viene testimoniata, ad esempio, ne “ L'Iliade”.
La storia continua con la celebre razzia della Basilica di san Pietro a Roma nel' 846, messa in scena dai Saraceni. Proprio dopo questa depredazione venne progettata e costruita la cinta muraria che protegge il Colle Vaticano e san Pietro.
Nel 934 i Saraceni sono ancora i protagonisti della “favola” saccheggiando Genova con una flotta di 20 navi, tappa saliente della calata araba nella penisola italiana.
Non sono solo gli Islamici a compiere incursioni di questo tipo, ma anche i Cristiani che, durante le Crociate per la liberazione di Gerusalemme, razziano le città che incontrano e la stessa città santa. Si ricorda in particolare la quarta crociata durante la quale la rotta venne modificata e gli eserciti giunsero a Costantinopoli che saccheggiarono e derubarono.
Nel 1527 i Lanzichenecchi, soldati mercenari provenienti dalla Scandinavia, mettono a ferro e fuoco Roma nel celebre “Sacco di Roma”, uno dei più famosi della storia.
L'esercito scandinavo compare anche ne “I promessi sposi”; la calata dei lanzichenecchi avviene quando Milano è messa in ginocchio sia dalla carestia che dalla peste bubbonica. I mercenari distruggono ciò che la malattia o la fame aveva risparmiato, rendendo ancora più debole la capitale lombarda.

Saccheggi di questo tipo non avvengono solo nei romanzi o nell'antichità, ma anche ai nostri giorni ed è per questo che questa storia non ha un finale.
Nel novembre 2010 la città di Vicenza è stata vittima di una grande alluvione che ha distrutto molti quartieri. L'acqua è penetrata nelle case, nei negozi, nelle scuole, nelle vite delle persone. In un momento di così grande difficoltà e disperazione i lanzichenecchi della nostra era hanno approfittato della situazione. Si sono verificati ripetuti atti di sciacallaggio in quasi tutte le zone della città. Questo è accaduto anche nelle realtà di disperazione dell' Abruzzo e di Haiti dopo la distruzione portata dal terremoto. Ecco perché le razzie non sono un capitolo chiuso
I saccheggi spogliano chi rimane ( i vinti- dall'esercito nemico, dalla peste, dall'acqua del fiume impazzito, dalla forza sovrumana della Terra) delle poche risorse per ricostruire la propria vita, della propria dignità; violentano l'uomo senza più nulla, come se la guerra non fosse stata abbastanza. Oltre al danno, la beffa!

Federica Bertagnin