3 dicembre 2010

IL DOLORE PER LA LONTANANZA



“Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari;[…] Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!”

Così Manzoni racconta le tristi parole che Lucia, una dei principali protagonisti del romanzo “I Promessi Sposi”, dice allontanandosi su una misera imbarcazione e salutando il suo piccolo paese lombardo, quel paese che l’aveva vista nascere, crescere, e nel quale molto probabilmente lei aveva anche progettato il suo futuro da sposa e madre di famiglia. Già, perché mai avrebbe pensato che un giorno si sarebbe dovuta allontanare dalla sua casa, gli amici, i monti, i fiumi … insomma, tutto ciò che fino a quel momento aveva osservato, conosciuto, amato.
Da questo passo, nel toccante discorso di Lucia, risalta quindi un sentimento esplicito di
nostalgia, ovvero di “dolore per il non ritorno”. La giovane infatti prova un desiderio penoso e melanconico per ciò che sta abbandonando per sempre e, innalzando una preghiera a Dio, vuole riacquistare la forza di vivere e di sperare, nonostante l’amara consapevolezza che i bei posti della sua infanzia e giovinezza saranno ormai troppo lontani.
Il termine “nostalgia” nasce grazie allo studio di un medico alsaziano che descrisse una strana malattia osservata tra i soldati svizzeri arruolati in reggimenti stranieri come mercenari e colti da febbre alta e da una profonda depressione che portava, in alcuni casi, anche al suicidio. Tutto ciò era causato da una canzone che ricordava a questi omaccioni le verdi colline e le mucche al pascolo della felice terra patria e che provocava loro questa nuova, dolorosa sindrome. Fu quindi successivamente e rigorosamente vietato intonare la canzone che diede origine ad una grande emozione ancora oggi provata da chiunque, almeno una volta nella vita.
Anche nella società moderna, con una maggiore possibilità di viaggiare rispetto al 1628, spesso si prova una leggera nostalgia di casa quando si è lontani da essa. C’è lo studente che va all’estero per effettuare degli studi; l’uomo meridionale che si sposta al Nord per cercare lavoro e fortuna; l’amico che si trasferisce in una città lontana perché ha cambiato casa. In tutte queste circostanze, capita di rimpiangere la lontananza da persone o luoghi cari, ma anche di un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere.                          
La nostalgia, dunque, dalle parole del filologo Antonio Prete, “ci dice costantemente che tutto ciò che abbiamo vissuto, che abbiamo amato, che abbiamo coltivato nel passato, non tornerà più, non ci appartiene più …”. E Manzoni ce lo racconta con le parole di Lucia, giovane paesana costretta a separarsi da ciò che fino a quel momento aveva reso felice ogni giorno della sua vita. Ora lei andava incontro ad una realtà diversa, sconosciuta; andava incontro ad una vita nuova.

Martina Scortegagna

1 commento:

  1. Anonimo11:31

    Bellissimo approfondimento molto coinvolgente ed ammiro la capacità nel spiegare un sentimento tanto dolorose e profondo come quello della nostalgia.
    Abbandonare la propria terra con la consapevolezza di non farvi più ritorno trovo sia la situazione più struggente che si possa vivere soprattutto se quella terra la si ha amata.
    Molte persone sono però costrette ad abbandonarla per scappare da situazioni difficili ma lasciando così una parte di se.
    Un esempio possono essere le famiglie che migrano da paesi in guerra dove la vita è resa ormai impossibile, lasciando in dietro luoghi o persone che un tempo gli avevano resi felici e con la speranza di trovar riparo altrove.
    Rivedo un po' in questa situazione le sofferenze provate dalla povera Lucia costretta a partite poiché la sua tranquillità a libertà iniziavano ad essere compromesse.
    AF 2BE

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