17 maggio 2011

FACCIAMO LA PACE?


“Ah gli perdono! gli perdono davvero, gli perdono per sempre!” esclamò il giovine.

Nel capitolo XXXV dei Promessi Sposi, in una tragica descrizione del Lazzaretto, Renzo incontra padre Cristoforo. Il giovane, raccontate le sue disavventure, dice di essere alla ricerca di Lucia, la quale se è ancora viva si dovrebbe trovare nel recinto preposto alle donne dove il padre lo autorizza ad entrare. Ma se al contrario la sua futura sposa dovesse essere morta, egli sarebbe pronto a vendicarsi nei confronti di don Rodrigo. Allora, con grande fermezza e ricordando la sua esperienza di assassinio, fra Cristoforo rimprovera Renzo e lo convince al perdono.
Rinunciando ad ogni rivalsa e vincendo il rancore si impara a sopportare, scusare e compiere dunque la più nobile delle azioni che avrà sicuramente effetti positivi su entrambi i soggetti interessati. Perdonare non è sinonimo di dimenticare visto che quasi sempre i torti subiti rappresentano anche delle conseguenze indelebili per la vittima; spesso è considerato un segno di debolezza ma al contrario aiuta ad essere in pace con se stessi e sopperire quel malessere che accompagna il periodo di astio o addirittura il desiderio di vendetta.
Il perdono è il presupposto per l’amore di coppia, per l’amicizia, per una vita felice e priva del peso di trovare un modo con cui “farla pagare” all’altro. E’ come voltar pagina e ricominciare da capo, arricchiti di nuove esperienze e quindi con una minore probabilità di sbagliare.
Sfortunatamente oggi molte persone stanno perdendo questa buona abitudine e preferiscono agire d’istinto, escludere a priori la possibilità di una riconciliazione e pertanto cadere nell’illusione di essere “forti” perché non si sottomettono per prime. Si tratta di un gesto a volte doloroso che può richiedere molto tempo, ma utile e segno di grande maturità; sono i bambini infatti che tengono il broncio!
Anche per me non è sempre facile perdonare ma più che selezionare i torti che meritano il perdono e quelli che non lo meritano, è bene riconoscere, come dice Voltaire, che “siamo tutti impastati di debolezze e di errori: perdonarci reciprocamente le nostre balordaggini è la prima legge di natura”. A volte si dovrebbe dunque guardare prima sé stessi e poi, con tanto amore, valutare gli sbagli degli altri.  

Martina Scortegagna

1 commento:

  1. Anonimo04:57

    Salve a tutti,
    ho apprezzato questo approfondimento per il messaggio che tenta di condividere, ovvero l’importanza di perdonare il prossimo. Messaggio nobile trasmesso da varie religioni e scuole di pensiero, ma penso che ci sia stata fornita una versione semplificata e leggermente utopistica di quello che significa perdonare il prossimo.
    Io penso che sia un processo molto più complesso di quello esposto sia ne “I Promessi sposi” sia nell’approfondimento: la differenza sta nel perdonare veramente. Certo nel romanzo di Manzoni Fra Cristoforo obbliga Renzo a perdonare Don Rodrigo sinceramente e così fece Renzo subito dopo l’ordine di Fra Cristoforo, ma io penso che il perdono sia un processo molto più lungo e se si è stati feriti veramente, ma si vuole perdonare la persona che vi ha inflitto tali pene non bastano un paio di preghiere e parole al vento. Penso che prima è necessario prendere in esame tutte le vicende dolorose causate dalla persona da perdonare e analizzarle con chiarezza e lucidità, comprendere le proprie emozioni e sentimenti e una volta aver superato veramente il sentimento di odio e disprezzo che ci dominava si può perdonare di cuore una persona.
    Il perdono non consiste in un paio di preghiere, ma in un lungo processo di accettazione e comprensione.
    L.G.

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