‘…quel dottore alto, asciutto, pelato, col naso rosso, e una voglia di lampone sulla guancia. (…) Il dottore era in veste da camera, cioè coperto d’una toga ormai consunta, che gli aveva servito, per molto ai addietro, per perorare…’.Così Manzoni descrive l’avvocato Azzeccagarbugli né ‘I promessi Sposi. La figura di questo personaggio è lo stereotipo dell’avvocato così come lo si è inteso fino a pochi anni fa, un singolo professionista in un piccolo studio. Negli ultimi decenni tutto ciò è cambiato ed ora esistono uffici di grandi dimensioni in cui lavorano decine o addirittura centinaia di avvocati. Tali strutture assomigliano più
ad un’azienda che non alla realtà del dottor Azzeccagarbugli.
Questo non è l’unico aspetto della vicenda in cui si può notare un’evoluzione con profondi cambiamenti tra passato e presente.
Ad esempio, la soggezione con cui Renzo si rivolge ad Azzeccagarbugli è tipica della persona ignorante nei confronti di chi ha studiato e perciò “sa”.
E’ un tratto assai comune nel rapporto tra cliente e avvocato che rimase fino a quando la scolarizzazione di massa e la diffusione di radio, televisione, giornali e per ultimo internet hanno reso le persone meno ignoranti. I mezzi di informazione, infatti, hanno fatto diventare accessibili a tutti una serie di concetti che prima erano conosciuti solo dall’avvocato.
Se alcuni aspetti cambiano, altri invece rimangono invariati negli anni.
Con riferimento allo svolgimento della difesa da parte dell’avvocato, l’attività viene riassunta da Manzoni attraverso Azzeccagarbugli con una frase breve ma efficace: “All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi imbrogliarle.”
Questa regola può essere considerata valida anche adesso perché il cliente deve raccontare la verità al proprio avvocato in modo che egli possa capire quali siano le leggi che si possono usare per meglio difendere il proprio cliente. Manzoni usa la parola ‘imbrogliare’, ma il termine è forse un po’ eccessivo e non è sempre detto che sia così: spesso in un processo le cose non sono bianche o nere ma grigie e sta all’avvocato riuscire a far sì che la decisione sia favorevole al proprio assistito utilizzando al meglio le leggi.
Un’altra caratteristica immutata negli anni è la possibilità per l’avvocato di rifiutare l’incarico.
Leggendo questo passo ci si pone, infatti, una domanda: anche un professionista moderno avrebbe potuto comportarsi come Azzeccagarbugli? La risposta è sì, nel senso che nel momento in cui un qualsiasi avvocato ritiene di non poter più seguire il caso che gli è stato affidato, gli è concesso di interrompere il rapporto con il proprio cliente.
Manzoni descrive il rifiuto del Dottore in modo molto negativo: il personaggio è infatti prepotente, un po’ bugiardo e sicuramente vigliacco. Lo sarebbe anche un avvocato di oggi che rifiuta il caso per gli stessi motivi di Azzeccagarbugli. Tuttavia se l’avvocato non se la sente di difendere il cliente è meglio che rifiuti il caso piuttosto che accettarlo e seguirlo male.
Emma Tessari
Ciao Emma, intanto complimenti per l’esaustivo articolo che hai saputo scrivere. Come hai ben citato la figura dell'avvocato descritta da Manzoni, attraverso Azzeccagarbugli, rappresenta un metodo di lavoro tradizionale che oggi è cambiato. Oggi, gli studi legali sono spesso grandi aziende, mentre i clienti hanno accesso a molte più informazioni grazie a internet e ai media. Nonostante questo, alcuni aspetti del rapporto tra avvocato e cliente non sono cambiati: è fondamentale che il cliente comunichi in modo chiaro e sincero con il proprio avvocato. Inoltre, un avvocato ha sempre il diritto di rifiutare un caso se non si sente in grado di seguirlo. Questo dimostra una responsabilità: è meglio dire di no piuttosto che gestire un caso male. Alcuni principi della professione legale rimangono importanti, evidenziando quindi il valore della fiducia e dell'integrità nel rapporto tra avvocato e cliente.
RispondiEliminaCM
ciao Emma, il tuo articolo mi è piaciuto molto, molto chiaro e tutto nei minimi dettagli, però non sono d'accordo con l'ultima parte, perchè Azzeccagarbugli rifiuta il caso di Renzo nel momento che lui gli dice che è immischiato don Rodrigo, che dopo si scopre essere suo cugino. Ora le cose sono cambiate, e un avvocato non avrebbe mai rifiutato un cado perchè ci è immisciato un suo cugino.
RispondiEliminaPer il resto un articolo molto bello, complimenti.
VC