16 novembre 2010

PECCATO E RINASCITA: IL CASO FRA CRISTOFORO


 "Ci sono delle parole così espressive e forti da non essere utilizzate dalle persone bene educate se non a denti stretti e in momenti di particolare fervore e che comunque, nonostante questo, riescono ad essere efficaci ed immediatamente comprensibili evidenziandone l’energia e la potenza primitiva". Così Manzoni, in poche righe nel  IV capitolo esprime l’essenza di Fra Cristoforo.
Si tratta di un personaggio dalla storia particolare che nella vita si è trovato a vestire panni diversi e fortemente in contrasto: da ricco figlio di mercante, amante della bella vita, a devoto frate cappuccino dedito all’espiazione del peccato di gioventù. Ciò che sorprende di più nella vicenda è la sua indole sempre propensa a proteggere i poveri dai soprusi dei signorotti. Questo suo modo d'essere l'accompagna in tutta la vita anche se cambiano le motivazioni che lo spingono ad agire a favore dei più deboli: dapprima la volontà di mettersi in mostra e di sfidare gli altri ricconi locali, poi, dopo la conversione, il desiderio di riuscire così a scontare la propria colpa.
Fra Cristoforo è continuamente perseguitato da un pensiero legato alla sua giovinezza: l’omicidio da lui compiuto contro un nobile in seguito ad una disputa per futili motivi. Lodovico (il nome che aveva prima di prendere i voti) non si era mai perdonato la facilità con cui aveva freddato l’uomo, e aveva deciso che l’unica cosa possibile da fare, a quel punto, fosse quella di diventare frate e di sperare nella misericordia divina continuando a proteggere gli oppressi senza usare la violenza.
Fra Cristoforo, nella sua esistenza, aveva sempre cercato di conciliare i contrasti e di placare gli scontri, ma nella prima parte della sua vita aveva come scopo quello di emergere rispetto agli altri. Più tardi  il suo obiettivo fu semplicemente l'evitare il  ripetersi di episodi simili.  Questo modo di agire ricorda un po’ un ex brigatista, Roberto Adamoli, il quale, negli anni ’70, partecipò alla pianificazione di diversi attentati ed ora lavora presso la comunità di Don Mazzi per il recupero di persone con problemi sociali. Se prima l’intento era quello di migliorare la società, di spazzare via la mala politica e la corruzione attraverso il terrorismo, dopo il processo e la condanna qualcosa è cambiato ed ha capito che una nazione si può migliorare solo partendo dalle persone meno considerate, gli scarti, anche se questo può voler dire non far sentire la propria voce in modo prorompente.

Eleonora Ciscato

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