I garzoni, o meglio conosciuti come garzoncelli data la modesta età di chi svolgeva questo lavoro, erano lavoratori dipendenti che svolgevano le faccende e commissioni più varie.
Nel corso della storia, da quella più antica a quella più recente, troviamo una varietà illimitata di esempi di garzoni che lavoravano per uno stipendio fisso. Basta pensare all’epoca romana, dove i piccoli proprietari terreni che avevano perso tutto, si mettevano al servizio dei grandi latifondisti per ricevere delle ricompense in denaro o appezzamenti di terra per poi avere un possedimento proprio. Ancor più “popolari” invece, erano i garzoni che trovavano impiego nelle botteghe o, in ambito più artistico, diventavano aiutanti di artisti.
Altro caso, è quando i garzoncelli erano semplicemente giovani fidati che effettuavano ogni genere di commissione in cambio di qualche “mancia”, con la quale comprare un pezzo di pane da mettere sotto i denti o qualche altro genere alimentare, per assicurarsi di finire la giornata con qualcosa nello stomaco!! Ed è proprio di questi giovani tuttofare che ci parla Manzoni ne I Promessi Sposi, dei quali l’esempio più caratteristico è Menico.
Altro caso, è quando i garzoncelli erano semplicemente giovani fidati che effettuavano ogni genere di commissione in cambio di qualche “mancia”, con la quale comprare un pezzo di pane da mettere sotto i denti o qualche altro genere alimentare, per assicurarsi di finire la giornata con qualcosa nello stomaco!! Ed è proprio di questi giovani tuttofare che ci parla Manzoni ne I Promessi Sposi, dei quali l’esempio più caratteristico è Menico.
“Agnese andò a una casa vicina, a cercar Menico, ch’era un ragazzetto di circa dodici anni, sveglio la sua parte, e che, per via di cugini e cognati, veniva a essere un po’ suo nipote. Lo chiese ai parenti, come in prestito, per tutto quel giorno, <per un certo servizio>, diceva. ”
Come capiamo da questo passo del romanzo, Menico è un giovinetto di circa dodici anni, che per via di alcuni cugini e cognati risulta essere nipote di Agnese. Mostra vivacità ed allegria, ma allo stesso tempo è un ragazzo intelligente, del quale ci si può fidare. È infatti lui stesso che compie egregiamente la missione affidatagli da Agnese (ovviamente in cambio di qualche soldo)…insomma, un vero e proprio garzoncello!
Ma i garzoni non sono figure solo del passato; anche oggi infatti, non c’è da stupirsi se ci imbattiamo in qualche “giovane Menico”, o meglio in qualche giovane che per arrotondare la paghetta decide di cercare lavoro. E anche loro, come i garzoni di una volta, partono dallo spazzare il pavimento e pulire i tavoli o passare e pulire utensili, per poi acquisire sempre più importanza e prestigio in quello che fanno.
Sembrerebbe quindi che il garzoncello fosse un impiego per tutti, ma non è affatto così, anzi! Bisognava essere molto svegli e impegnarsi in quello che si fa, per ottenere qualcosa in cambio…insomma, prendiamo esempio da Menico!
Matteo Fontana
Buongiorno, ho trovato questo approfondimento sulla figura di Don Rodrigo descritta da Manzoni estremamente stimolante e ben scritto.
RispondiEliminaTrovo che il personaggio di Don Rodrigo sia alquanto complicato e controverso, a parer mio però le azioni che egli commette sono esclusivamente scaturite da un sentimento di orgoglio.
Infatti nella vicenda citata quest'ultimo non guadagna nulla opponendosi al matrimonio di due poveri ragazzi, Renzo e Lucia, se non la semplice soddisfazione di aver vinto una scommessa e la sensazione derivante dal sapere di poter controllare la vita altrui e quindi di poter fare tutto ciò che si vuole.
Ecco perché io vedo nel personaggio di Don Rodrigo una figura estremamente infantile e che non riesce ad accettare la sconfitta.
Penso che sia molto interessante anche il paragone dei giorni nostri con la mafia, che come nel 1600 agisce indisturbata sotto gli occhi dei cittadini troppo spaventati dalle conseguenze per opporsi alle ingiustizie subite.
AF 2BE