15 ottobre 2010

E noi ve lo faremo piacere.



Dovevano essere venticinque lettori. Questo almeno è quello che pensava il buon Alessandro Manzoni quando, nel 1827, offre alle stampe la prima edizione de "I Promessi sposi". E ce lo dice pure ripetutamente nelle numerose pagine del suo romanzo. Sono passati quasi due secoli e quei venticinque lettori sono diventati molti più di 25 milioni. Un'opera nata quando interessarsi al romanzo era come dichiararsi sempliciotto e sprovveduto ha invece condizionato almeno quanto la Divina Commedia la letteratura e la cultura italiana. Possiamo proprio usare questa parola, "italiana", perchè oltre a condizionarla l'ha proprio creata. Una sorta di motore propulsore, un inpout che ha dato la spinta ad altri romanzieri ad occuparsi di questo genere considerato minore, di serie C, per donne ( e all'apoca questa era un'offesa), un genere inferiore alla lirica o al teatro tragico, i due capisaldi su cui si fondava il primato della letteratura italiana.
Ma noi ve lo faremo piacere, perchè questo romanzo scritto in tre step tra il 1821 e il 1840, con diverse revisioni e trasformazioni, scritto da un uomo che non si è più avvicinato ai romanzi e che li considerava come un errore di (semi) gioventù, è un signor romanzo. Odiato e bistrattato dagli studenti perchè se lo vedono sbattuto lì davanti sotto forma d'obbligo, mal ricordato da quanti l'hanno letto, è comunque dotato di un intreccio straordinario e di uno spessore nella descrizione dei personaggi che non ha pari. Viaggeremo un po' alla volta, per quasi un anno, tra le pagine di questo romanzo. Ci soffermeremo su alcuni personaggi, sui problemi dell'epoca, sulle descrizioni di luoghi e paesaggi, ma soprattutto faremo di tutto per riuscire ad attualizzare il più possibile il contenuto. Quel Renzo, così genuino e simpatico, personaggio in cui molti tendono ad immedesimarsi, e quella Lucia, spesso antipatica nella sua immobilità, o ancora quel Don Abbondio, pretino di campagna incapace di prendersi le proprie responsabilità, ci faranno compagnia. Ma non pensate che dovremmo per forza andarci d'accordo, perchè con alcuni ci arrabbieremo, li prenderemo in giro e proveremo ad immaginare come potrebbero essere oggi i loro cloni moderni. Perchè è pur sempre vero che un Don Rodrigo, un Cardinale Borromeo, un'Agnese, anche oggi esistono, ma hanno altri nomi. E gli innamorati che devono scontrarsi con le famiglie di origine per arrivare all'altare ci sono ancora, anche se meno di un tempo.
Un'opera insomma che ha voluto far riflettere, in un'epoca in cui l'Italia sembrava non rendersi conto che era necessaria una presa d'atto della propria situazione politica, perennemente in balia degli stranieri pronti a conquistare, e della propria condizione di bisonti irremovibilmente statici, incapaci di guardare avanti e cercare di accordarsi per unirsi, per trasformare una nazione fatta di stati e staterelli di dominio estero in una vera e propria potenza.
E Manzoni critica, sottilmenete e senza prendersene la responsabilità (pensiamo allo stratagemma del finto ritrovamento della versione originale) e le sue critiche muoveranno gli animi dei lettori......che un po' alla volta si renderanno conto che anche un libro può educare e far riflettere.
Anche per noi "I Promessi sposi" serviranno a ciò? Forse no, probabilmente no, ma ci faranno capire quanto un opera può cambiare il destino di una nazione, e di una cultura.

Simone Ariot

6 commenti:

  1. Anonimo18:33

    S.A.18
    Quando penso al fatto che Alessandro Manzoni sottovalutasse così tanto il suo romanzo rimango davvero stupita, perchè al giorno d'oggi probabilmente rimarrebbe sbalordito se gli venisse detto che ha realizzato uno dei romanzi più importanti della storia della cultura italiana.
    Per quanto riguarda la sua lettura, mi trovo bene con la lettura in classe da parte del professore, perchè ho la possibilità di chiedere quando non capisco il significato di qualche parola o di cosa stia succedendo in determinate situazioni.
    Inoltre, ammiro davvero molto il fatto che nonostante l'immagine negativa dei romanzi a quei tempi, Manzoni decise comunque di intraprendere questo percorso e completare la sua opera.
    Data la sua fama, sono davvero molto curiosa di proseguire la lettura di questo libro e scoprire la storia che racchiude dall'inizio fino alla fine!

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  2. Anonimo05:33

    A.S.T.19
    Manzoni non aveva mai creduto nel successo del suo romanzo, per il quale ha impiegato tutta la sua vita.
    Invece, come scritto nell’articolo, quei 25 lettori si sono tramutati in 25 milioni, non penso proprio che sia un caso! Nonostante a quell’epoca scrivere romanzi era visto come una attività poco onorevole, Manzoni riuscì a trovare, con grande difficoltà, le motivazioni per portarlo a termine. Per noi giovani, la vicenda dei Promessi Sposi può sembrare puerile,paragonandola agli attuali racconti d’amore. Il romanzo invece affronta argomenti scottanti per la società del tempo, che evidenziano problematiche sociali che non dovevano emergere: le disuguaglianze sociali e la disparità di trattamento della legge. Manzoni con questo romanzo ha rivoluzionato la lingua italiana scritta, arrivando a influenzare perfino quella dei nostri tempi.
    Per ora trovo che sia un’opera particolarmente appassionante, non solo per la trama in se ma anche, o, soprattutto per gli argomenti che affronta.

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  3. Anonimo16:32

    G.M
    Manzoni nonostante sapesse che all'epoca il romanzo era visto di serie C e proprio per questo arrivò molto dopo in Italia rispetto agli altri stati, decise comunque di scriverne uno di testa sua (anche se noi tutti sappiamo che ha fatto finta di aver trovato un documento del 1600). Impiegò tutta la sua vita per scriverlo ma rimase molto umile: lui era convinto che non lo leggesse nessuno infatti in varie pagine de "I Promessi Sposi" ripete spesso la frase "ai miei 25 lettori". I suoi 25 lettori sono diventati 25 milioni. Manzoni non credeva per niente nel suo romanzo ed oggi viene letto in tutte le scuole italiane.
    Manzoni ha sempre voluto diventare un poeta famoso: un poeta non lo è mai stato ma ad oggi possiamo dire che metà del suo sogno si è avverato perchè grazie a questo romanzo è diventato famoso in tutta Italia.
    Questo romanzo ho cominciato a leggerlo alle medie con la mia professoressa di italiano e mi è subito piaciuto molto perchè c'è una lotta contro la giustizia e l'amore tra Renzo e Lucia è qualcosa di meraviglioso. Non vedo l'ora di leggerlo tutto.

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  4. Anonimo18:08

    Mi fa riflettere come a volte ci screditiamo nel fare qualcosa. Anche io come Manzoni a volte non credo in quello che faccio, penso di non esserne all’altezza, che mi renderò solo ridicola davanti agli altri, e che sto solo perdendo tempo. Però il romanzo “I promessi sposi” è la prova che possiamo raggiungere i nostri obiettivi. Come l’articolo spiega molto chiaramente, Manzoni non credeva affatto nel successo del suo romanzo: più volte ha ripetuto di aver trovato un documento con scritto questo racconto che poi ha modificato, e in molte pagine ha scritto “ai miei 25 lettori” come se prevedesse già che il pubblico che avrebbe letto il suo libro era limitato a una piccola cerchia, se non addirittura a nessuno. Però oggi, a distanza di duecento anni circa, sappiamo che il suo romanzo ha ottenuto un successo incredibile, non limitandosi solo al pubblico italiano, ma a tutto il mondo.
    I.C. 6

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  5. Anonimo07:44

    Il romanzo Promessi Sposi, al contrario delle aspettative di Manzoni, ha riscontrato un enorme successo ed è considerato un testo fondamentale per la comprensione della storia e della cultura italiana. Infatti, sebbene sia stato scritto quasi due secoli fa, il romanzo continua ad essere letto e apprezzato da molte generazioni di lettori, diventando un classico che non può mancare nella libreria di ogni amante della letteratura italiana. Anche se utilizza un linguaggio non molto semplice da comprendere, mi piace leggere i Promessi Sposi e trovo che il testo contenga temi universali come l’amore, la giustizia o la lotta per la libertà, contenuti che sono molto ricorrenti anche nei libri attuali. Io penso che il fatto che Manzoni pensasse che solo 25 lettori avrebbero letto il suo romanzo, può essere preso come un esempio di come la vita possa sorprenderci e dimostrarci che le nostre aspettative possono essere superate.
    A.V

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  6. Anonimo11:23

    Manzoni scrisse “I Promessi Sposi” pensando fin dall’inizio che lo avrebbero letto al massimo venticinque lettori e ciò perché non nutriva molte speranze nel successo di questa sua opera, trattandosi di un semplice romanzo, all’epoca considerato un genere di terza categoria.
    Manzoni non poteva certo immaginare, quindi, che due secoli dopo il suo romanzo sarebbe stato letto in tutte le scuole.
    A mio parere i promessi sposi è un romanzo molto bello e scritto veramente bene. Le descrizioni dei personaggi sono dettagliate: ad esempio Renzo è un giovane uomo determinato e battagliero che, in un modo o nell’altro, va sempre a mettersi nei guai (come quando, appena giunto a Milano, pur forestiero, si trova coinvolto nella protesta dei cittadini per il pane, tanto da sembrare lui il capo della rivolta); Lucia, viceversa, è una giovane donna molto leggiadra che si mette sempre al secondo posto per paura delle conseguenze.
    Sono illustrati molto bene anche i luoghi, i paesaggi e le ambientazioni dove si trovano i vari personaggi.
    Questo romanzo è utile anche dal punto di vista storico, perché riporta fatti realmente accaduti e ce li fa vivere quasi in prima persona, coinvolgendo il lettore nei vari accadimenti storici.
    M.P.

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