“ <<Deo gratias.>> […] e subito, fatto un piccolo inchino familiare, venne avanti un laico cercatore cappuccino, con la sua bisaccia pendente alla spalla sinistra, e tenendone l’imboccatura attortigliata e stretta nelle due mani sul petto.
<<Oh fra Galdino!>> dissero le due donne.
<<Il Signore sia con voi, >> disse il frate. <<Vengo alla cerca delle noci.>> “
Fra Galdino viene presentato dal Manzoni come una persona umile e con un grande senso pratico tipico di chi deve far quadrare i conti; è anche abile nel conquistare la fiducia delle persone, in quanto capace di ascoltare e comprendere i problemi delle persone ed ha una grande capacità comunicativa. Nelle righe del terzo capitolo però, dove ci viene presentata appunto la sua figura, fra Galdino è chiamato ad eseguire un compito diverso e di notevole importanza: deve riferire a fra Cristoforo l’urgenza di Lucia di parlare con lui.
Manzoni, attraverso questo personaggio, vuole presentare la figura dei frati e sottolineare in particolare due aspetti: il primo è quello che differenzia la loro categoria da quella dei preti e della chiesa in generale. Quest’ultima veniva considerata corrotta e troppo attenta alla politica e materialista, a differenza dei frati ritenuti una classe a parte, autonoma e vicina alla gente. Il secondo scopo è quello di valorizzare il loro compito all’interno della società del tempo. I frati, infatti, venivano considerati come delle persone su cui poter fare affidamento e con cui poter parlare dei propri problemi, come farà Lucia con fra Cristoforo.
I frati erano ben visti dalla gente del paese che, durante i periodi nei quali essi bussavano di casa in casa per racimolare qualche provvista, era disposta a donare una parte del proprio raccolto questuanti.
Al giorno d’oggi i frati sono visti in modo diverso, come persone con cui poter parlare avere un rapporto di fiducia, anche se meno di un tempo. Oggi è cambiata sia la modalità di incontro che di dialogo. Innanzitutto non ci sono più molte possibilità di contatto con questa categoria religiosa, in quanto i frati vivono in conventi o in luoghi più isolati e poi perché comunque la società attuale non è più molto attenta a questo tipo di comunicazione e interazione. Inoltre, essendo più difficile l’incontro, diventa anche più difficile il dialogo in sé, e quindi il considerare i frati come confidenti.
Saremo capaci di riscoprire la profondità del messaggio che lo stile di vita dei frati cappuccini ci propone?
Noemi Bolzon
Salve a tutti,
RispondiEliminaho trovato questo approfondimento molto interessante. Mi ha fatto riflettere sulla figura dei frati. Personalmente non ho mai incontrato un frate, ne ho solamente sentito parlare in libri di storia e romanzi più antichi come “I promessi sposi” dove venivano presentati (come si può leggere nell’approfondimento) come persone vicine alla gente e quindi ben visti. Oggi invece sono personaggi più lontani dalle persone e sono diventati soggetti con cui è difficile avere un dialogo come una volta. Una differenza importante. Mi chiedo: "Come ha fatto il personaggio del frate a cambiare così drasticamente? Sono le persone che si sono allontanate dai frati o solo i frati ad essersi allontanati dal resto della società? "
Questo approfondimento mi ha dato qualcosa su cui riflettere
L.G.
RispondiEliminaComplimenti per l’approfondimento! È interessante come hai spiegato che Manzoni vuole far vedere i frati come diversi dai preti, più vicini alla gente e sempre pronti ad aiutare. Penso che sia descritto bene anche il loro compito all’interno della società, sia nel passato ma anche ai giorni nostri.
Ho trovato molto interessante il confronto che hai fatto con il presente, dove dici che oggi è più difficile incontrare i frati e avere un dialogo con loro, e la domanda finale fa riflettere su quanto il loro stile di vita possa essere ancora importante.
CM
Salve a tutti,
RispondiEliminaho trovato questo approfondimento davvero interessante. Mi ha fatto riflettere su quanto fosse importante il ruolo dei frati in passato. Fra Galdino infatti, con il suo “semplice” compito, riusciva comunque ad avere un forte legame con la comunità: sapeva ascoltare e offrire conforto, guadagnandosi così la fiducia della gente.
Oggi invece sembra che questa vicinanza si sia persa. Non capita quasi mai di incontrare un frate o di avere con loro un dialogo come accadeva un tempo: forse è cambiata la società, o forse siamo noi ad avere meno bisogno di questi momenti di ascolto e di sostegno.
La domanda finale mi ha colpita molto: riusciremo a riscoprire il valore del loro esempio? A parer mio, ciò sembra quasi impossibile, penso dipenda tutto da noi e dalla nostra capacità di riuscire ad apprezzare nuovamente una vita basata sulla semplicità e sull’aiuto reciproco. Forse, in un mondo così frenetico, riscoprire il loro stile di vita potrebbe insegnarci qualcosa di davvero prezioso.
VT 24
L’articolo offre un interessante spunto di riflessione sulla figura dei frati. Attraverso la figura di Fra Galdino, Manzoni ci presenta un modello di e umiltà e vicinanza ai problemi della gente comune che si contrappone alla corruzione della chiesa a quei tempi.
RispondiEliminaOggi i frati vivono in conventi o realtà isolati, fuori dal mondo. E il rapporto con loro mi sembra che si sia in gran parte perso. A mio parere è anche una questione di come è cambiata la società in tutto questo tempo. I frati, che un tempo erano una presenza più frequente e più accessibile, oggi sono lontani dalla società non solo fisicamente, ma anche culturalmente e socialmente.
Un’altra cosa che mi ha davvero colpito di questo articolo è la domanda finale “saremo in grado di riscoprire il valore del loro esempio?”. Personalmente, ritengo che non sia per niente facile, ma probabilmente tornare a ispirarci a tutti questi loro valori potrebbe offrirci insegnamenti di enorme importanza.
L.C. 2BE