8 giugno 2011

Confidiamoci


Lucia, col petto ansante, lacrimando senza piangere, come chi racconta una cosa che, quand’anche dispiacesse, non si può cambiare, rivelò il voto, e insieme, giungendo le mani, chiese di nuovo perdono alla madre, di non aver parlato fin allora; la pregò di non ridir la cosa ad anima vivente, e d’aiutarla ad adempire ciò che aveva promesso.
Rinchiusa nel castello dell’Innominato Lucia fa voto alla Madonna, promettendo di non sposare Renzo. Successivamente liberata la giovane confida alla madre di aver giurato di abbandonare l’idea del matrimonio.
È complesso fare dei paragoni tra il mondo d’oggi e quello del 1600 circoscritto alle mura domestiche e che si ampliava al massimo fino ai confini del paese o della parrocchia. Un contesto così è inconfrontabile con il vissuto degli adolescenti d’ oggi che usano  sms e facebook. Un tempo le confidenze in famiglia, in particolare tra genitori e figli, erano maggiori. Penso che ciò sia dovuto a vari fattori. C’era più rispetto nelle famiglie, e con questo non voglio dire che ora non ci sia, ma per esempio alcuni coniugi tra loro si davano del voi. La famiglia aveva un ruolo maggiore ed era più unita, quindi prima ci si confidava con i genitori o con i fratelli e poi con gli amici. Una confidenza, infatti, può essere fatta per vari motivi, ma spesso è per risolvere un problema che sembra impossibile. L’opinione di un’altra persona di sicuro aiuta a vedere la questione da un altro punto di vista, o addirittura a risolverla. Secondo me la confidenza va fatta alla persona giusta.  Non può essere chiunque, anzi, dev’ essere scelta con cura e dev’ essersi guadagnata la fiducia.  A mio avviso la scelta della persona con cui confidarsi dipende da ciò che si vuole dire. Alcune cose si dicono ai genitori, che hanno più esperienza, per altre invece si ricorre agli amici fidati sempre pronti a dare un consiglio.
E voi con chi vi confidate di più? 
Chiara Capparotto



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