“Il contadino che non sa scrivere, e che avrebbe bisogno di scrivere, si rivolge a uno che conosca quell’arte, scegliendolo, per quanto può, tra quelli della sua condizione, perché degli altri si perita o si fida poco;l’informa con più o meno ordine e chiarezza, degli antecedenti: e gli espone, nella stessa maniera, la cosa da mettere in carta.”
“Volere è potere”. Sì, ma anche “volere e sapere è potere”. Il povero Renzo, lontano dalla sua patria e dalla sua amata, si trova costretto ad affidarsi ad uno sconosciuto e a raccontargli le sue avventure, le sue preoccupazioni e le sue speranze perché questi potesse scrivergli delle lettere da mandare ad Agnese e Lucia. Fino a non più di cent’anni fa erano tanti, anche nelle nostre zone, quelli che non avevano avuto la possibilità di frequentare la scuola e di conseguenza non sapevano né leggere né scrivere e per i loro affari erano sempre costretti ad affidarsi a qualche “letterato” del paese che potesse aiutarli. Pensandoci, ci sembra una cosa assurda perché ormai diamo per scontato l’idea di poterci arrangiare nelle piccole cose, di non dover dipendere completamente da qualcuno e di riuscire, in un certo senso, a difenderci da malintenzionati che potrebbero approfittare della nostra ignoranza. I tempi fortunatamente sono cambiati e gran parte della popolazione sa leggere e scrivere ma non dobbiamo pensare di essere realmente autonomi in tutto! Quante volte ci troviamo a dover consultare un medico per capire un referto, un avvocato per la comprensione di una legge, un commercialista per una dichiarazione dei redditi… ?Sono tante le occasioni in cui ci dobbiamo fidare ciecamente della persona che abbiamo davanti e a cui dobbiamo raccontare le nostre vicende e spesso ci sentiamo anche un po’ a disagio una volta constatata la nostra ignoranza, per questo un po’ ci vergognamo perché abbiamo paura di essere giudicati da chi ne sa più di noi. C’è da dire che, se da una parte al giorno d’oggi siamo tutti più “scolarizzati” rispetto ai tempi di Renzo, anche la società attuale è molto più complessa di quella del tempo e quindi è normale che, nonostante anni di studio, ci troviamo del tutto ignoranti su certi argomenti tecnici e siamo costretti a chiedere l’aiuto di chi ne sa più di noi. Ma non ci dobbiamo preoccupare troppo di questo perché medici e avvocati hanno studiato anni e anni per arrivare a ricoprire quei ruoli!
Eleonora Ciscato
Concordo con tutto quanto detto, una persona più scolarizzate in questo tempo, e anche allora, era meno incline ad essere influenzato o appoggiarsi ai pensieri altrui per crearsi la propria idea. Allora la gente meno “scolarizzato” di solito seguiva la massa e non aveva proprio una idea sua personale, visto che essendo meno “colto” non aveva neanche la possibilità per crearsene una sua. Anche adesso non si puoi prendere che tutti abbiano un idea su qualcosa, per esempio non puoi chiedere domande di diritto a una persona che non lo ha mai studiato, perché non ha nessuna base dietro per rispondere
RispondiEliminaFatima S. 2BE
Sono d’accordo con quello che dice il testo: “volere” non basta, bisogna anche sapere. L’esempio di Renzo mi ha colpito, perché mi fa capire quanto possa essere limitante non saper leggere o scrivere, cosa che attualmente diamo per scontata. E’ vero che anche oggi non siamo autonomi in tutto. Ci sono lavori a noi incomprensibili, basti pensare al medico: quando si sta male non si hanno sempre le conoscenze per curarsi da soli ed è importante affidarsi a chi ha più competenza, anche se non è sempre facile dare completa fiducia ad una persona estranea. Il sapere ci rende liberi, ma dobbiamo ricordarci di essere anche umili e questa è una lezione che vale oggi tanto quanto ai tempi di Renzo.
RispondiEliminaGiolo Arianna 2BE
È vero che oggi sappiamo leggere e scrivere quasi tutti, però ci sono ancora tante situazioni in cui abbiamo bisogno dell’aiuto di qualcuno più esperto. Come Renzo, che doveva farsi scrivere le lettere da un altro perché non era capace, anche noi a volte ci troviamo in difficoltà, magari con cose più complicate come un referto medico, un contratto o documenti che non capiamo.
RispondiEliminaOggi siamo più fortunati perché possiamo scrivere un messaggio in pochi secondi e inviarlo ovunque con il telefono, usando WhatsApp, le mail o anche Instagram. Ma questo non vuol dire che sappiamo sempre come scrivere bene o come farci capire. Anzi, a volte capita di non sapere bene cosa dire o come dirlo, anche se abbiamo mille modi per farlo.
Secondo me non bisogna vergognarsi se non si capisce qualcosa. Nessuno può sapere tutto, e anche se abbiamo studiato, è normale dover chiedere aiuto a qualcuno. L’importante è fidarsi delle persone giuste, proprio come facevano una volta.
Marlena C