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10 aprile 2011

ESISTE ANCORA IL "COLTO DEL PAESE"?



“Uomo di studio, a cui non gli piaceva né di comandare né d’ubbidire”

Ed ecco Don Ferrante,  un personaggio dei Promessi Sposi, marito di donna Prassede, considerati il colto del paese, ammirato da tutti per la sua saggezza. Manzoni nel suo romanzo parla di questa figura con una leggera ironia e lo prende come esempio dello studioso dell’epoca. Scaffali pieni di libri e lunghe giornate passate a leggerli, oltre a una grande passione per l’astronomia .

“Don Ferrante passava di grand’ore nel suo studio, dove aveva una raccolta di libri considerabile, poco meno di trecento volumi: tutta roba scelta. Tutte opere delle riputate, in varie materie ;in ognuno delle quali era più o meno versato.”

 In realtà ai giorni d’oggi non esistono più figure come quella di Don Ferrante;  mentre una volta la cultura (e quindi di conseguenza lo stato sociale di una persona) si misuravano anche attraverso il numero di libri posseduti e letti, oggi i punti di riferimento sono ben altri. Durante il periodo Manzoniano,  gran parte della popolazione era analfabeta ed erano solamente in pochi coloro che avevano il privilegio di studiare, in questo modo c’era un forte dislivello culturale tra la gente. Gli analfabeti vedevano tutto ciò che veniva detto dalle persone che avevano studiato come qualcosa di estremamente vero e incontestabile, facendo nascere così il mito del “colto del paese”, colui che sa tutto. Oggi, invece, considerando che tutti hanno diritto a riceve un’istruzione scolastica di base, queste disparità tra la popolazione sono scomparse quasi del tutto. Le selezioni culturali però capitano a volte tra gli anziani del paese, dove pochi sono quelli che hanno concluso la scuola, e in questo caso le persone che svolgono” lavori importanti” godono di maggiore rispetto. Oggi giorno le parole dello studioso non vengono  prese sempre in considerazione perché di colti ce ne sono molti di più. La maggior parte della popolazione è in grado di farsi da sola una opinione che a volte può essere in contraddizione con quella degli studiosi. Secondo voi come si sarebbe trovato il nostro Don Ferrate a vivere in un’epoca come la nostra, dove una figura come la sua sarebbe stata una tra le tante?

Valentina Gentilin 

7 gennaio 2011

MONACA PER SCELTA O MONACA PER IMPOSIZIONE


 

"… Il buon prete cominciò ad interrogarla nella forma prescritta dalle regole:” sente lei in cuor suo una libera risoluzione di farsi monaca?Non sono state adoperate minacce o lusinghe?... la vera risposta s’affacciò alla mente di Gertrude con un’evidenza terribile …"
Alla domanda:” Ti piacerebbe farti monaca??” quante di noi risponderebbero con un semplice ma diretto: -”No Grazie!”. Eppure una volta questa possibilità di scelta non esisteva nemmeno. Ai tempi di Renzo e Lucia la professione futura era una di quelle cose scelte dai genitori per ilnfiglio ancora prima che nascesse, addirittura prima di decidere il nome. Per le fanciulle non c’erano molte opzioni, o diventavi una casalinga destinata a rinchiudersi in casa e partorire figli per il resto della vita, oppure entravi a fare parte del mondo ecclesiastico. I ragazzi invece dovevano seguire le orme dei loro padri. Ed ecco che i figli venivano cresciuti fin da piccoli con l’idea di quello che sarebbero poi diventati e tutto ciò che veniva detto loro era in funzione della strada che dovevano intraprendere. Così è toccato anche alla povera Gertrude una principessina un po’ fuori dal normale. La sorte volle farla monaca ma la sua volontà era assai diversa.
“…Tutte le parole di questo genere stampavano nel cervello della fanciullina l’idea che lei doveva esser monaca; ma quelle che venivan dalla bocca del padre, facevan più effetto di tutte l’altre insieme…”
 Nei promessi Sposi ci troviamo quindi di fronte a un personaggio differente dal solito, con una storia molto particolare. Una persona combattuta su quello che sarebbe dovuto essere il suo futuro, ma che in realtà non aveva scelta,nil suo percorso era ormai segnato, le porte del convento spalancate davanti a sé e le suore pronte ad accoglierla in qualsiasi momento. E così era per tante, non solo per lei. Ecco quindi che la maggioranza delle suore che si trovavano all’interno del convento non erano li per vocazione ma perché costrette, al contrario di oggi dove una ragazza si fa suora oppure un ragazzo prete solamente se lo desidera e lo sente veramente. E’ vero che oggi i preti e le suore sono sempre meno, però allo stesso tempo ognuno ha la possibilità di costruire il proprio futuro decidendo da solo la strada da intraprendere. Se la povera Gertrude si fosse trovata a vivere in un’epoca come la nostra sicuramente non avrebbe scelto di fare la monaca e con lei chissà quante altre ragazze. Alla fine però nel romanzo sarà Gertrude ad ospitare nel suo convento Lucia  fuggita da Pescarenico. Gertrude è quindi una figura fondamentale dei Promessi Sposi, l’immagine di una donna che soffre perché costretta a percorrere una strada che non è la sua.
Quindi ragazzi dobbiamo sentirci fortunati ad essere nati in un’epoca come questa dove ognuno è libero di intraprendere la carriera che desidera, senza essere costretto a fare quello che gli viene imposto dagli altri,  ma soprattutto senza potersi ribellare. 

Valentina Gentilin 2Ds